DEDICARSI ALLA CURA DI UNA PIANTA È UNA ATTIVITÀ RICCA DI BENEFICI PER CHIUNQUE, SPECIALMENTE PER I BAMBINI. IL PARERE DELLO PSICOLOGO SUL PROGETTO “ADOTTA UN PEPERONCINO”.

La Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino tornerà nel centro storico di Rieti dal 29 agosto al 2 settembre, ma già durante lo scorso anno scolastico ha preso il via un interessante progetto che ha coinvolto i bambini della scuola primaria dell’Istituto comprensivo Minervini Sisti di Rieti e del centro estivo Tata Mary.
“Adotta un peperoncino…E mettilo in mostra” questo il nome del progetto, che ha permesso di donare ai piccoli piantine di peperoncino, terriccio e tante informazioni utili a conoscere i fondamenti dell’orticoltura, sotto la guida di esperti educatori.
Sul tema è intervenuto anche Fabio Tamburini, psicologo, psicoterapeuta e arteterapeuta, che sottolinea come siano molti gli studi scientifici in campo medico, psicologico e sociologico, che hanno specificato come il dedicarsi alla cura di una pianta rappresenti un’attività ricca di benefici per chiunque la pratichi, in special modo per i bambini.
«Si tratta – spiega lo psicologo – di un’esperienza multisensoriale intensa, che coinvolge dinamicamente i piccoli, producendo importanti riflessi in termini di apprendimento e sviluppo psico-motorio. L’attività di coltivazione delle piante stimola i sensi della vista, dell’olfatto, del tatto, del gusto e dell’udito attraverso un contatto diretto con la natura. La pratica dei fondamenti dell’attività agricola restituisce ai piccoli apprendisti un’esperienza in grado di far vivere loro valori (come quelli dell’attesa e della condivisione) molte volte considerati come elementi accessori in un contesto socio-culturale che tende a sostenere la promozione di modelli di successo immediato e individualistico. L’attività di cura della pianta favorisce invece la riappropriazione di un concetto di tempo inteso come processo, come ciclo, all’interno del quale c’è un tempo per seminare ed un tempo per raccogliere. Quello spazio di attesa diventa così uno spazio magico, un terreno fertile, dove fiorisce il sentimento del desiderio e dove si sviluppa quella funzione fondamentale per l’essere umano che è la creatività».
«Attraverso l’applicazione e la dedizione alla crescita di una piantina – aggiunge lo psicologo – il bambino sviluppa abilità e capacità che promuovono la percezione che ha di sé stesso, ne stimolano il movimento, ne promuovono le capacità di apprendimento e di socializzazione, fino a rafforzarne l’autostima nel momento in cui potrà godere attraverso tutti i sensi dei “frutti” del suo lavoro. Si tratta di un’esperienza costituita da più livelli che per essere vissuti comportano, oltreché l’attesa, l’abnegazione e la curiosità di scoprire cosa viene dopo, dando modo di sviluppare quel senso di cura che permetterà alla realtà di rivelarsi in modo sempre diverso».
Una esperienza avvincente, secondo il dottore, in quanto avviene in un contesto di gruppo, come quello della classe, che permette il superamento della percezione d’isolamento e favorisce processi di socializzazione dei piccoli coltivatori. In ambito familiare “Adotta un peperoncino…E mettilo in mostra” sarà invece un’ottima occasione per tutto il nucleo di stringersi attorno allo sviluppo di un progetto con obiettivi comuni.
Un evento di promozione del territorio, come la Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino, attraverso la valorizzazione delle proprie risorse ambientali e umane e attraverso la promozione di iniziative a sostegno della condivisione di esperienze può diventare anche un motore di sviluppo e rafforzamento del proprio senso di partecipazione, del sentimento di appartenenza e di comunità, fondamentali per vivere una realtà come quella odierna tanto vasta quanto frammentata.

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